È
salutare, ogni tanto, tralasciare le novità televisive e controllare il
polso a certi vetusti pilastri che da anni sostengono non pochi
palinsesti. Prendiamo per esempio "OK, il prezzo è giusto!" condotto da
Iva Zanicchi su Rete 4.
I vertici di Mediaset non perdono occasione per ricordare le ragioni di
una tv commerciale che vive di pubblicità. E quale appuntamento, più di
quello zanicchiano, può incarnare questa filosofia
imprenditorial-televisiva? La stessa Zanicchi si presenta spesso e
volentieri come un prodotto ("Come sono vestita oggi? Cosa vi sembra della
mia pettinatura? Vi piacciono le mie scarpe nuove?") all'inizio della
puntata.
Lo schema è funzionale all'intero programma che gira sul più mercantile
dei quesiti: "Quanto può costare l'oggetto che ora vi mostro?". L'abilità
del concorrente non ha nulla a che fare con la sua intelligenza o la sua
creatività. Punta solo sulla sua capacità sintetica di |
consumatore provetto, sul suo occhio allenato all'acquisto. Chi più va al
supermercato meglio saprà stimare l'articolo in questione.
A casa Zanicchi va quindi riconosciuta una qualità: nessun equivoco,
nessuna presa in giro. Qui, signori, si parla di soldi, di consumismo, si
fa a gara di prezzi. In quest'ottica (la macchina è oliatissima, nemmeno
un secondo va perduto) è giusto non lasciare "inutile" spazio a brandelli
di show. A garantire lo spettacolo bastano e avanzano le tende, le
automobili, i gioielli, le stoffe. Il bello è che (forse si tratta, per
puro paradosso televisivo, dell'elemento di maggior fascino di "OK, il
prezzo è giusto!") seguendo una puntata, ti accorgi come quasi subito
spariscano i diaframmi che dividono pubblicità, promozioni e quiz vero e
proprio.
Quindi
possiamo parlare di tipico prodotto da tv generalista commerciale. Il che
va benissimo. Basta non farsi ipnotizzare. O, nel caso di lieve
predisposizione alla depressione, catturare dallo sconforto. |