I
programmi che meglio interpretano l'ideologia di Canale 5 sono "OK, il
prezzo è giusto!" e "La Ruota della Fortuna" che, precisiamo subito, sono
due ottime trasmissioni, in grado di assicurare ogni giorno una cospicua
messe di pubblico. Incombe lo spettro della recessione, calano i tassi
d'interesse sui Bot, c'è una preoccupante caduta della domanda, eppure
guai a rinunciare all'euforia della merce, al desiderio barbarico di
possedere le cose e di sperare nella fortuna.
La versione italiana di "OK, il prezzo è giusto!" (ore 18) nasce alla metà
degli anni 80, nel pieno fervore del consumismo e all'apice della crescita
della Tv commerciale. Tutti quei prodotti che non trovano posto nelle pur
infinite interruzioni pubblicitarie, si presentano nel loro pieno
"splendore" in un teatrino dei desideri: se indovini il prezzo,
quell'oggetto diventa tuo! Per Iva Zanicchi questa è la prima e unica
esperienza televisiva e, siccome sono 8 ormai gli anni che la vedono
protagonista, dobbiamo supporre sia anche fortunata. Iva entra in scena e,
tra lo stupore del pubblico festante, è capace di invitare alla
meditazione: "Come dice Malaparte, è assai più difficile perdere una
guerra che vincerla". Attimi di smarrimento della platea, subito leniti
dal buon senso: "Cari amici, bisogna saper perdere |
con stile; se si vince, tanto meglio, ma chi
perde deve andar via col sorriso sulle labbra. OK, apriti sesamo!".
Al carnevale della merce, alla lunga parata di orologi da polso,
aspirapolvere, frigoriferi, pentole, macchine da cucire, succede il casinò
dei poveri, diretto, naturalmente, dal re dei croupier, Mike Bongiorno.
Nella "Ruota della Fortuna" (ore 19), il game show che ha più fortuna nel
mondo, i concorrenti devono ricostruire una frase misteriosa, di cui
conoscono l'argomento. Lo spelling (la pronuncia distaccata delle singole
lettere che compongono una parola) diventa la più divertente forma di
contrattazione mai esibita in Tv: voglio la S, la G, la M, la P, come se
l'alfabeto fosse la tastiera del destino, l'insolente e sovrana derisione
del merito. Mike esterna ogni suo pensiero nei confronti del gioco, dei
concorrenti, della scultorea valletta Paola Barale ("ma come sei
vestita!", "che curve prende la nostra Paola!"), del pubblico; spesso,
arriva ad arrabbiarsi con chi non indovina una frase che lui giudica molto
semplice, oppure
con
chi dimentica le regole del gioco. La trasmissione è un perfetto
equilibrio tra abilità e fortuna e, insieme, l'epifania dello sponsor: gli
aggettivi, le metafore, i versi poetici che Mike ha rovesciato su un
prosciutto, sono più durevoli della sua adorabile faccia di bronzo.
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